
Spot sul femminicidio trattato senza azioni di violenza dando importanza alle parole. Uccisione, con tre colpi di pistola, di una donna da parte del proprio partner, a seguito colluttazione (solo in audio). Quattro donne, che hanno subito tutte lo stesso destino, parlano al proprio carnefice esternandogli riflessioni sulla violenza subita. Un epilogo, costituito da una lettera aperta, conclude il percorso.
Il filmato è uno spot sul femminicidio e nasce dalla volontà di contribuire alla tematica, senza scene di violenze (prologo), con analisi verbale da parte di quattro donne, in primissimo piano, che definiscono il percorso, compiuto da colui che le ha amate, come solo frutto di possesso della mente e non dell’anima.
La violenza viene considerata frutto di mancata capacità di dialogo, mancata capacità di ragionamento, ignoranza culturale, deprecabile sotto ogni punto di vista. Le parole del dialogo, esternate singolarmente da tutte le donne, in prosieguo, cercano di dare incisività e validità al contenuto con ripetizioni, volute, per evidenziare il comune sentire nel percorso. L’epilogo (in sola lettura) conclude il narrato senza tergiversare sul concetto che: “colui che compie tali atti… merita il massimo disprezzo e la non menzione tra gli esseri umani”.
Dal punto di vista cinematografico occorre evidenziare come alla fisicità del classico movimento si contrappone il posizionamento fisso mettendo in evidenza le parole dette affinché abbiano uno spazio di vita diverso ed indipendente dalla presenza del narratore, invertendo così i ruoli dal soggetto all’oggetto.
Il passaggio tra la vita e la morte viene considerato come un percorso di luce che si infrange sul corpo della donna sino a farla diventare essenziale (solo viso).
Le donne, che hanno subito tutte il medesimo percorso di dolore, sono evidenziate con lo stesso orecchino rosso e lo stesso rossetto rosso.
Le frasi che le donne enunciano sono tagliate, da un nero assoluto e un tonfo.L’epilogo finale, a rullo, è in sola lettura affinchè ciascuno possa dare un proprio tenore fonico al narrato.
Il colore nero di fondo, presente in abbondanza, rappresenta il luttuoso percorso. La musica, in sottofondo è inedita composta dai maestri: Domenico e Giuseppe Lanza.